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È il catalogo della mostra tenutasi a Fiesole (Museo Civico Archeologico Teatro Romano) dal 16 dicembre 2006 all'8 gennaio 2007 e riproduce a colori tutti gli 82 acrilici su tela lì esposti. La pittura di Goggioli nasce dall'assimilazione critica di molte fonti: da Seurat, dal tocco magico, rivelatore di un universo ancora in parte inesplorato, da Ensor, neutralizzato nei suoi umori più corrosivi, dai maestri quattro e cinquecenteschi. In alcuni casi la fonte è rivelata, in modo da rendere esplicito il sottile gioco di allusioni operato dal pittore; più spesso, invece, resta celata in modo da rendere ancora più godibile la sciarada offerta ai nostri occhi. L'universo dipinto dall'artista è fatto di bambole, pompieri e soldatini, disaccorti automobilisti, ciclisti e personaggi vari, tutti rigorosamente di latta, ritratti con una tecnica precisa e raffinata. Per Goggioli il destinatario naturale delle sue opere è l'anima infantile residuale che continua a vivere negli uomini, anche una volta che sono diventati adulti. Egli ha imparato a giocare il gioco dell'arte, ha ironia per mischiare serio e faceto, ha mestiere per variare i temi di una pittura nella quale i giocattoli convivono con la memoria dei capolavori del passato. Tutti i suoi quadri, con il timbro della piacevolezza, nascondono spesso critiche al mondo contemporaneo, alla politica, oppure riflettono, con pacatezza tutt'altro che imbelle, sulla condizione dell'uomo e dell'arte.