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Pechino, 1935. Ella Maillart e il giornalista del "Times" Peter Fleming - l'uomo che ispirerà al fratello Ian il personaggio di James Bond - lasciano la città imperiale. L'obiettivo è attraversare la Cina da Est a Ovest, visitare le oasi "proibite" dello Xinjiang, da mille anni culla di un'antica cultura di origine iranica, attraversare il deserto del Taklamakan arrivando a Kashgar, e raggiungere infi ne il Kashmir, dall'altra parte del mondo, attraverso le mulattiere del Pamir e del Karakoram. Di nascosto, perché il Turkestan cinese, la cui popolazione è in maggioranza musulmana, è in piena rivolta. Il percorso, scelto per sottrarsi ai controlli militari e all'autorità dei grandi governatori, passa attraverso le diramazioni nord e sud dell'antica Via della seta, alla quale si congiunge ai piedi del Pamir: un viaggio pericoloso e faticosissimo, considerato allora impossibile per chiunque, e doppiamente impossibile per una donna. Ma, al tempo stesso, "senza dubbio il più bel percorso di terra che si possa fare sul nostro pianeta", come scrive Nicolas Bouvier nella sua introduzione. Otto mesi dopo aver lasciato Pechino, Maillart e Fleming raggiungeranno effettivamente l'India e l'Himalaya, torneranno a bere nei bicchieri e avranno una stanza da bagno, ma sentendo fortissimo il rimpianto di avere "voltato le spalle all'ignoto smisurato".