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Nell'autunno del 2011 lo scrittore svizzero Philippe Rahmy viene invitato dall'Associazione degli scrittori di Shanghai per una residenza letteraria e di studio nella metropoli cinese. Rahmy è affetto fin dall'infanzia da osteogenesi imperfetta, la "malattia delle ossa di vetro": costretto alla quasi totale immobilità, ogni minimo urto può causargli delle gravi e dolorose fratture; ma contro ogni cautela, decide di intraprendere questo viaggio, il primo della sua vita. Nella città prostrata dal clima e scossa dalle maree di un'immensa folla in perpetuo movimento, la sua visione priva dei filtri dell'esperienza si frammenta in una miriade di minute percezioni che si mescolano ai ricordi autobiografici. La scomparsa del padre, i racconti familiari della guerra, le letture, i compagni e gli amori: per lo scrittore tutto si fonde con il presente, con i luoghi, gli incontri, l'energia incandescente che pulsa tra gli edifici e la gente di questa sterminata metropoli, di cui coglie al contempo il fascino e la follia, oscillando senza sosta fra attrazione, fusione e repulsione. Shanghai affiora in tutta la sua scandalosa bellezza, erotizzata, nelle contraddizioni che ne fanno una città diversa, irraggiungibile, metafora stessa della tensione tra la vita e la morte. Con questo libro intenso e toccante, Rahmy riesce a comunicare una potente volontà di riscatto da tutto - dall'infanzia tragica, dalla malattia, dalle costrizioni della società, dall'immobilità stessa - ricordando che è anche la fragilità del corpo a donare all'uomo la sua sorprendente e dolorosa resistenza.