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Pablo Neruda è il poeta che più ho amato. Il poeta della mia giovinezza. Neruda ha fatto dell'amore in tutte le sue forme il centro delle sue opere. Ha scritto versi bellissimi e immortali, che riescono ad emozionarmi ogni volta che li leggo. Scrivo sin da ragazzo, ispirandomi a lui, e ho cassetti e file pieni di centinaia di poesie mai pubblicate. Poesie composte lungo il corso della mia esistenza, spesso dimenticate, con al centro l'amore che, nel riunire in un'unica raccolta, spero di salvare dall'oblio. "I Versi Perduti", appunto, anche perché raccontano di un amore impossibile, irraggiungibile, disperato. È, infatti, questa la storia di un amore infelice che, lungi dal placarsi, si perpetua nel tormento dei versi. Liriche in cui mi sforzo di sublimare vicende personali e di amici, cercando di fondere l'amore e il sentimento tragico della distanza e dell'assenza della persona desiderata, con la natura della mia isola. Un racconto che ho voluto scrivere nel modo più congeniale alla mia anima: la poesia. Prefazione di Francesco Gazzè.