Tab Article
«Vado alla ricerca di verità sepolte: quelle verità che - come in un puzzle - emergono quando scopri che ogni accadimento della vita ne ha generato un altro apparentemente senza legame con il primo, poi approfondisci e ti convinci che ogni causa è stata causa delle altre cause in un inesorabile ed inevitabile rapporto di causalità fra loro. Allora rimani stupito perché non sai più se sia stata la mano dell'uomo a generare la catena degli eventi o se invece il destino abbia fatto la sua parte». Tratto dall'introduzione dell'autrice Una persona dalle origini umili scala i palazzi del potere, attraverso un percorso ad ostacoli, fatto di caparbietà, professionalità, impegno fino allo spasimo. Incontri fortunati ed incontri infelici costellano quella strada accidentata tra politica e magistratura, fino all'inciampo finale che genera un immeritato processo penale, conclusosi con irrevocabile esito vittorioso. I gravissimi episodi di malapolitica e malagiustizia inducono a ritenere che la mafiosità non sia un fenomeno territoriale e non si esaurisce nelle condotte previste e punite dall'art. 416 bis del Codice penale che i magistrati-eroi combattono quotidianamente, anche con sacrificio personale. La mafiosità è indistruttibile perché è un sentimento universale: come la prepotenza, l'odio, la vendetta, l'invidia. Tali sentimenti albergano nell'animo umano, colpiscono in maniera subdola e trasversale, si traducono in comportamenti attuati da chi gestisce il potere legittimo o illegittimo con l'arroganza che deriva dalle connivenze, quando si sa che a subire è colui che non ha mezzi di difesa o è posto nella condizione di non potersi difendere se non a prezzo di angherie peggiori.