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Ognuno di noi segue delle tracce che sono quei segni che a volte non percepiamo distintamente ma in cui confidiamo e ci portano ad aggrapparci a quelle trecce che ci salveranno, quelle trecce calate dalla torre di un castello, liane che ci fanno viaggiare da un punto a un altro del tempo e dello spazio. Sono i tappi a corona che l'asfalto meneghino ha ingoiato in una calda estate e dai quali, seguendone il sentiero tracciato, si ha prova dei bagordi delle notti precedenti. Sono gli affetti che ci tengono in piedi, braccia tese e aperte all'infinito. Sono ciò che ci fa balzare a qualche palmo da terra per raggiungere ciò che aspiriamo a diventare. Prefazione di Alessandro Quasimodo.