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Il lungo viaggio nell'anima, incontrato nelle raccolte poetiche di Giuliana Contini, ritorna nei difficili percorsi di Lamberto e Sofia, i protagonisti di "Anatomia di un amore", con lo stesso sofferto scavo interiore, il bisogno d'amore, il senso del ritrovarsi e del perdersi ancora. Nostalgia dell'età verde, di intense opportunità emotive che riportano gli echi di amori sensuali e di amplessi, dolorosi e sofferti, di un amore che si dimostra impossibile da trattenere e da vivere nella sua pienezza. Sullo sfondo l'eterna speranza apre, malgrado tutto, a una visione confortata della vita, scritta da parole sagge e intimamente belle, che dicono di un sentimento ritrovato, tenero, che sa di resurrezione e di miracolo. Sofia intuisce però la vanità delle parole, sa esprimere la profondità del suo essere in una maniera così interiore e in tanta chiarezza, come le riconosce Lamberto, da rendere palese la sua voglia di vivere appieno l'amore di cui vuole riappropriarsi, quasi di diritto, per un sentimento che non è svanito nel tempo, anche se tra i vari disperati e rinnegati addii presenti nella vicenda, ella finisce col perdersi in una navigazione solitaria, quasi subacquea, per riemergere dalle sue contraddizioni, pronta a rivivere l'unico vero amore della sua vita per un uomo dalla grande profondità di pensiero, ma che non disdegna, nell'ira, parole spregevoli e sibilline di condanna del suo essere "libera", per poi trovare nelle richieste supplichevoli di perdono il sigillo ulteriore di un addio stranissimo, mai definitivo: l'attraversamento di una fine, cui segue un ulteriore ritrovarsi, costellato di pezzi di sé, per i quali entrambi hanno pagato e continuano a pagare come prezzo del loro essere amanti. Frammenti inevitabilmente dolorosi, qualcuno lacerante ancor più nel ricordo sempre vivo dei momenti di maggior abbandono e penetranti, destinati ad accentuarsi in una tristezza più acuta che mai nella prospettiva dell'eterno trascorrere del tempo.