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Nell'immaginario collettivo le persone con disabilità intellettiva sono da sempre gli "eterni ragazzi", i Peter Pan da trattenere in un'infanzia perenne all'interno di luoghi senza storia e senza tempo, come a The Never Land. Tuttavia, le esperienze di inclusione scolastica, lavorativa e sociale hanno iniziato a scalfire l'ostinato divieto culturale che impediva il loro accesso al mondo degli adulti. Le biografie di un numero crescente di persone con disabilità intellettiva, infatti, ci raccontano che la loro adultità comincia a esistere, è reale ed è sotto i nostri occhi. Ma in che modo questa nuova condizione esistenziale si manifesta? C'è uno "stile" particolare che accomuna le persone con disabilità intellettiva? Il loro essere adulti coincide o si differenzia dall'immagine, peraltro sempre più sfuocata, dell'adulto "normotipico"? Cosa può facilitare il loro accesso ai ruoli che la società assegna agli adulti? Quali sfide questa «rivoluzione antropologica» pone alle famiglie, alla scuola, ai servizi, alla comunità e alle stesse persone con disabilità?