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L'imprevedibilità creativa del gruppo costituisce il cuore a cui la psicomotricità educativa guarda con attenzione: essa articola vincoli e risorse, libertà e responsabilità, autopoiesi e regole contestuali. Il gruppo educativo favorisce infatti nei bambini l'esperienza di spunti d'azione più liberi dalle condizioni sperimentate nell'attaccamento familiare. Sostenuti dalla finzione del gioco e grazie alla suddivisione delle azioni fra i vari partecipanti, nei giochi di gruppo i bambini ampliano la consapevolezza di sé, di come possano influenzare gli altri, di quanto a loro volta possano o debbano lasciarsi motivare. Quando l'educatore psicomotricista è adeguatamente formato ad "abitare la distanza" nell'interazione con i singoli bambini e con il gruppo nel suo insieme, il semplice giocare con altri in gruppo diventa esperienza fondante la socialità. La capacità di dare fiducia agli altri si acquisisce proprio grazie ai giochi di scambio, condivisione, opposizione e aggiustamento in gruppo, in cui la spontaneità e la pienezza della propria corporeità "in-situazione" possono essere esplorate ed espresse. È questo in definitiva il valore educativo, il punto di partenza ma allo stesso tempo di arrivo della psicomotricità educativa: interagire muovendo dalla propria corporeità, sentita e comunicata in circolo con gli altri.