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La scienza delle finanze, chiamata anche dagli economisti "economia pubblica", è un punto di incontro tra "pubblico" e "privato", o se si preferisce tra "mercato" e "stato". Questo ne giustifica la presenza e l'importanza nei concorsi per il reclutamento di chi dovrà, in prospettiva, gestire i rapporti dei pubblici uffici con l'economia. A questo fine, senza definizioni nozionistiche né ostici schemi matematici, il volume contestualizza i concetti chiave del ragionamento economico-sociale. A partire dal sistema produttivo, dalle sue millenarie radici agricolo-artigianali, all'attuale produzione di serie attraverso le "aziende tecnologiche". Di queste ultime il volume cerca di superare la concezione antropomorfica, legata a un bagaglio culturale preindustriale, esteso purtroppo ai pubblici uffici nel dibattito politico-mediatico. Sia aziende sia pubblici uffici sono invece organizzazioni pluripersonali, di cui il testo spiega le caratteristiche, le rigidità, le similitudini, le diversità, i rapporti reciproci, nonché quelli con la politica e la pubblica opinione. L'intervento pubblico viene ordinato per settori, quantificato e combinato con le grandezze di contabilità pubblica (ad es. PIL), le banche, i mercati finanziari, la moneta, l'inflazione, il finanziamento del settore pubblico, i condizionamenti europei e l'Euro, la globalizzazione, il debito pubblico e lo spread e molto altro. La trattazione snella, e al tempo stesso organica, consente di mettere a fuoco aspetti fondamentali del dibattito pubblico sui temi suddetti, a cui di frequente l'autore viene invitato a partecipare.