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"Tra i diritti umani da sostenere e promuovere, non in quanto meritati dalle persone ma costitutivi della persona stessa, ve ne è uno particolarmente disatteso, discriminato, stravolto o trasformato in un dovere appartenente al mondo dei poteri e non dei diritti naturali della persona: il diritto a occuparsi degli altri, con rispetto, benevolenza, tolleranza, senza finalità di potere o di lucro". Il welfare è un lusso che non possiamo più permetterci e che dobbiamo rapidamente ridimensionare se non smantellare: sembra essere questo il nuovo 'pensiero unico'. Al contrario, il welfare di comunità propone un ribaltamento prospettico: la persona da assistere cessa di essere 'centro di costo' e diventa soggetto economico attivo. Occorre ripartire dalla responsabilità collettiva, secondo un principio di cogestione pubblico/privato della presa in carico, e dalle capacità di risposta inesplorate e inutilizzate delle comunità locali.