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«In un casotto di tavole, piantato a lato della statua di Filippo V, rimpetto alla Porta della Doganella, venne rinchiuso un dromedario, ch'è una specie di camelo, e con esso un gattopardo, portateci da due tedeschi per servirci di spettacolo»: così il buon Marchese di Villabianca che il primo luglio anno di grazia 1773, annotava nel suo «Diario» l'arrivo di un minicirco con animali «fantastici». Ed è anche questo il primo evento riportato nel nuovo volume «Diario palermitano dal Medioevo al secondo dopoguerra» che, come i sei che lo hanno preceduto, è un susseguirsi di storie e storielle, almanacchi, annali storici, dicerie ed articoli d'epoca. È possibile ricostruire la storia di una città partendo dalle sue vicende quotidiane? Affondando le radici all'epoca delle più antiche fonti medievali e giungendo con le sue propaggini a toccare gli anni quaranta del Novecento quest'opera racconta al lettore la vita di Palermo grazie alle annotazioni giornaliere - come in un vero diario - degli avvenimenti più significativi. Accanto agli eventi trovano spazio proverbi, inserti lirici, modi di dire, tradizioni e usi popolari in grado di restituire il senso di una continuità mai scalfita dal trascorrere del tempo. È così che i lettori più anziani potranno trovarvi il ricordo dei racconti ascoltati nell'infanzia, così come i più giovani potranno soddisfare la curiosità nei confronti di un mondo ormai scomparso. Dodici volumi da consultare periodicamente o da leggere tutti d'un fiato per immergersi nella quotidianità di una città dal fascino unico.