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Pantelleria è l'isola di un'Isola, una specie di mondo a parte, un tesoro da preservare, una gemma tra le acque. E i suoi abitanti lo sanno benissimo, tant'è che hanno da sempre adeguato la propria esistenza alle caratteristiche naturali della loro terra natale: rispettandone l'habitat, comprendendone i cicli stagionali, imparando a conoscerne a menadito le risorse e a utilizzarle senza impoverirla. Non ultimo, hanno individuato le zone più adatte in cui costruire le loro case: i famosi e splendidi dammusi - mirabile esempio di architettura mediterranea - che punteggiano il suolo pantesco e lo hanno reso famoso nel mondo. Insieme alla bella e solida pietra lavica, che è base forte e irrinunciabile per costruzioni di ogni tipo. Con grande accortezza, gli abitanti hanno anche sviluppato un'inusitata abilità nello scegliere le aree più consone a difendere le colture dalle insidie del vento e della carenza d'acqua, e gli insediamenti umani dalle incursioni dei nemici provenienti dal mare. Questa cura spontanea nel relazionarsi all'isola che li ha visti nascere ha dato vita a un legame profondo tra i panteschi e la natura che li accoglie e li abbraccia. Andando a ritroso nella storia, questo legame si ritrova in tutti i popoli che si sono via via insediati a Pantelleria e l'hanno abitata, coltivata ed edificata quasi rispondendo a ciò che l'isola, con la sua voce silenziosa, chiedeva: amore, attenzione, rispetto e integrazione.