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Ideale continuazione di "Riti, ruscelli, montagne e castelli", il nuovo libro di Lorenzo Mattotti esplora il contesto urbano variando, com'è sua abitudine, tecniche e stili pittorici. Spaziando dai colori abbaglianti degli acrilici e delicati dei pastelli agli scenari intricati eseguiti a inchiostro di china, l'artista attinge a molteplici fonti d'ispirazione, tra cui si riconoscono il cinema noir e la pittura futurista. È come se Mattotti avesse voluto aprire i suoi taccuini per mostrare al lettore il suo eclettico percorso, suggerendogli quattro temi come punti cardinali per orientarsi. Come già in "Stanze", "La stanza" e "Nell'acqua", il principale leit motiv del libro consiste nei gesti dell'amore, di cui vengono colti minimi dettagli e sfumature. Protetti dalle mura della città, gli amanti incrociano sguardi circospetti e consumano i loro tradimenti. Si ritrovano nelle strade e nei locali dove si balla, si cena e si ascolta musica dal vivo, dove le persone si incontrano o si scontrano, dove si stringono amicizie, scoppiano conflitti, dove gli amori nascono o si interrompono. Ma se nella città di Mattotti riconosciamo luoghi e situazioni familiari, ogni scena è nondimeno avvolta in un'atmosfera surreale, sospesa tra sogno e realtà. E anche questo libro si chiude con un uomo e una donna affacciati a un balcone, che guardano dritti davanti a sé, pronti a intraprendere un nuovo viaggio.