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Tutti conoscono la storia della Bella e la Bestia, probabilmente nella sua interpretazione disneyana, in cui l'amore della protagonista riesce a fare breccia nel cuore egoista e presuntuoso di un mostro, riuscendo così a cambiare il suo spirito e a liberarlo dall'incantesimo che lo teneva prigioniero. Non è quello che troverete in questo libro, che recupera la versione originale del racconto facendo dialogare il testo con immagini che sembrano dipinte su un'antica pergamena un po' screpolata dal tempo, su cui si stagliano le figure dei personaggi e i dettagli degli ambienti. Scritta nel 1757 e ispirata a una precedente versione del 1740, la fiaba non si concentra sul potere di cambiamento dell'amore, ma insiste piuttosto sulla bontà d'animo e la generosità che accomuna entrambi i personaggi principali. Qui la Bestia non ha bisogno di redenzione, ma ha semplicemente subito un torto da una fata malvagia. Fin dall'inizio dà prova delle qualità che a poco a poco conquisteranno il cuore della Bella, spingendola a dichiarare, già al loro primo incontro: "Preferisco voi, con il vostro muso, a chi, dietro un viso d'uomo, nasconde un cuore falso, corrotto e ingrato". Così Pacheco dipinge la Bestia come un mostro, sì, ma un mostro triste e gentile, cui sta talmente a cuore la felicità dell'amata da essere disposto a lasciarla libera. Alla sua figura massiccia si contrappongono personaggi esili e raffinati, con le loro vesti blu e dorate, arricchite da ricami e motivi vegetali, che spiccano su uno sfondo dai toni seppia, mentre gli ambienti sono delineati attraverso pochi dettagli essenziali ma significativi e il chiaroscuro assume una valenza simbolica. Particolare importanza ricoprono anche i cespugli di rose, elemento dapprima lontano e secondario che introduce un dettaglio rosso portandolo via via in primo piano, fino a dominare nella tavola finale, a simboleggiare l'amore e la passione che unirà per sempre i due protagonisti. Età di lettura: da 7 anni.