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All'incrocio tra attitudini concettuali e spinta performativa, negli anni Settanta si delineano pratiche artistiche discorsive le cui derivazioni arrivano fino alle performative lecture odierne. Il volume propone un inedito sguardo d'insieme su conferenze, discussioni, conversazioni, presentazioni e lezioni come forma d'arte. Rispetto al corpo assoluto e regressivo della più nota ed eclatante body art, queste ultime mettono al centro un soggetto parlante e dialogico, entrando in rapporto di risonanza con gli interessi diffusi verso il linguaggio verbale, inteso come fucina dell'autoconsapevolezza individuale e modello delle relazioni sociali. Dalle figure storiche, seguendo continuità e variazioni attorno alla performatività intrinseca del parlare e alle plurime valenze politiche della presa di parola in pubblico, si arriva alle proposte recenti, per le quali l'oralità è strumento di critica al capitalismo cognitivo e agli assetti culturali dominanti, così come spazio per l'emersione di soggettività minoritarie.