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Il "fuoco" della filosofia arde in ogni uomo: è il desiderio della verità, della conoscenza, del compimento di sé. Esso ci spinge verso il sentiero della ricerca e, per ogni questione, ci pone davanti a un bivio: da una parte vediamo la strada della "chiusura", che non vuole superare i limiti del mondo visibile, dell'esperienza sensibile; dall'altra parte troviamo il percorso dell'"apertura", che osa trascendere la barriera del finito per orientarsi verso l'infinito, l'assoluto, la verità. Nella nostra temperie culturale è prevalente la prima strada. Si propone di seguire la seconda, che risponde meglio alle esigenze intime dell'essere umano e alimenta il fuoco interiore della nostra spiritualità. Chi segue questo itinerario non si ferma ai confini della finitezza, ma si apre a una dimensione metafisica, in tutto il suo essere, come "persona", secondo le cifre profonde della sua essenza. Esso è, in un certo senso, un "frontaliere", che conosce il limes del mondo finito, ma che nello stesso tempo, sa guardare alla trascendenza dell'infinito.