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"Scendendo dalla montagna, Zarathustra incrocia un eremita che aveva rotto col mondo degli uomini, e lasciandolo mormora: 'Questo vegliardo ancora non sa che Dio è morto'". All'inizio della sua Logica, Hegel constata allo stesso modo la morte della metafisica e la paragona alla scomparsa di quei monaci che si ritiravano un tempo dal mondo per dedicarsi alla contemplazione dell'Eterno: "Chi si cura ancora della teologia razionale? Le vecchie prove dell'esistenza di Dio non sono menzionate che per il loro interesse storico o in vista dell'edificazione e dell'elevazione dell'anima. È un fatto incontestabile che ogni interesse è scomparso". Interpretata in modo popolare, la filosofia kantiana in voga significa l'impossibilità per lo spirito di oltrepassare l'esperienza. "È solo sul terreno dell'esperienza che possiamo conquistare delle verità; ma queste verità sono fenomeniche, e resta il posto vuoto per una verità assoluta." Hegel si è impegnato invece a dimostrare che quel vuoto è colmabile, trasforma la vecchia metafisica in Logica, identifica essere e pensiero: le strutture dell'essere valgono per la struttura del reale, la Logica diventa anche una Ontologia, Hegel costruisce un sistema, una struttura che non è cronologica ma logico-ontologica.