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"La scrittura della percezione" propone di considerare la letteratura del grande scrittore praghese in una visione d'insieme della sua opera, che ricomprenda tutti gli scritti, anche quelli brevi come i Racconti, gli Aforismi e i Quaderni, e quelli a carattere personale e riservato come le Lettere e i Diari, attraverso la dimensione della percezione che emerge direttamente dalla costruzione minuziosa del testo. Nell'arco di un secolo, le interpretazioni su Kafka si sono succedute, accavallate e scontrate tra loro. L'abbondanza di prospettive ermeneutiche è data dal carattere che viene attribuito alla scrittura, il cui significato di mistero rimane sempre aperto alle differenti interpretazioni. Questo saggio cerca di proporre una prospettiva di lettura in cui la scrittura di Kafka viene considerata invece come una struttura rigida e chiusa che, in ultima istanza e simultaneamente in origine, è delimitata da un'assenza. Il saggio si divide in due parti: nella prima, si definisce la dimensione della percezione nel registro letterario di Kafka; nella seconda, vengono analizzati da vicino i differenti livelli attraverso i quali si articola la dimensione della percezione nella scrittura.