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L'ampio manoscritto di Ernst Cassirer, scritto a Yale a cavallo tra il 1941 e il 1942 - intitolato "Symbolism and Philosophy of Language" e qui presentato per la prima volta in traduzione italiana - affronta la Grundfrage della filosofia, ossia la questione che si condensa nella domanda "Che cos'è l'uomo"? Quest'ultimo, piuttosto che animal rationale, viene concepito dal filosofo tedesco come animal symbolicum. Come numerosi studi di psicologia comparata o di etologia hanno abbondantemente dimostrato, anche nel regno animale sono presenti forme di razionalità, di schematizzazione o vere e proprie mappe cognitive (sia pur di livello embrionale). Ciò indusse il filosofo delle forme simboliche a considerare la definizione animal rationale come insufficiente o solo parzialmente corretta. L'accettazione di tale descrizione tradizionale, altro non fa che incappare nell'errore della pars pro toto, ovvero "scambiare la parte per il tutto". Rifiutando il panlogismo hegeliano e forme più o meno eccentriche di relativismo e intuizionismo, Cassirer ricerca piuttosto l'unità del sapere, delle diverse forme simboliche che costituiscono l'universo culturale dell'uomo.