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"Viaggio nell'oncologia contemporanea" raccoglie paura, rabbia, solitudine, ansia di sapere, speranza. Prova a illuminare un percorso fuori dai tracciati tradizionali della diagnosi e cura del tumore. Spesso un universo chiuso nella paura, cristallizzato nei pregiudizi e nell'ignoranza della tradizione e degli albori dell'oncologia. Un palcoscenico sul quale il medico cerca la dimensione del malato per comunicare con un registro nuovo, ma anche, attraverso l'ascolto, per sentire l'universo irripetibile del paziente e della sua malattia programmando con lui cura e assistenza. Cambiare il linguaggio è indispensabile per una comunicazione sincera e attuale, incominciando dal depotenziamento e dalla sostituzione della tradizionale parola "cancro". E occorre trasformare la sopravvivenza dei malati in vita piena e vissuta, fino a una sempre più possibile guarigione.