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Il volume ricostruisce il progetto educativo del movimento zoofilo italiano e i suoi rapporti col parallelo processo di nation building tra Ottocento e Novecento. Le Società protettrici degli animali volevano concorrere alla formazione del cittadino di una "nazione moderna" nella duplice veste di uomo umano (adatto a convivere in una società sempre più interconnessa e urbanizzata) e homo oeconomicus (attento gestore del capitale animale in un'epoca in cui, con la zootecnia, l'allevamento si trasformava in un sistema intensivo, razionale e scientifico). La pietà verso gli animali doveva essere mantenuta "nei limiti tracciati dalla ragione": un eccesso sarebbe stato antisociale e antieconomico. Su questo terreno il progetto educativo zoofilo incontrò il progetto liberale della classe dirigente che costruì lo Stato nazionale, offrendosi come uno degli strumenti per "fare gli italiani" e innalzarli al livello di "civiltà" delle nazioni che guidavano il "progresso" dell'Europa borghese.