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Il volume si propone di cogliere alcuni motivi centrali, alcune tracce, spesso carsiche, alcune zone in penombra, dell'immaginario poetico di autori come Borges, Montale, Pozzi, ma anche del laboratorio filosofico di pensatori contemporanei, come Heidegger, Husserl, Jaspers, Zubiri, costeggiando ormeggi nascosti, insenature profonde, azzardando avventurosi approdi, nel tentativo di scoprire, così, qualche inedita pista nei loro straordinari atlanti riflessivi. Emergono, in primo piano, tra altri, i temi del labirinto, del tempo, della parola poetica, dell'estasi mistica, del confine tra alterità e medesimezza, attraverso una rilettura dell'uso delle sinestesie e soprattutto dell'anamorfosi come facoltà di rappresentare un'immagine, un oggetto, un concetto attraverso una lente prismatica che non riproduce l'oggetto nella sua "oggettività", bensì "ricreandolo", in una ulteriore proiezione, che conferisce ad esso una diversa natura ontologica.