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Pensato per il centenario della costituzione di Weimar (1919), questo saggio affronta il problema del fondamento delle costituzioni analizzando criticamente la genesi, le premesse ideali e i fondamenti filosofico-politici della prima costituzione 'normativa' europea, collocata - tra individualismo e comunitarismo, tecnica e cultura - nel contrasto caratteristico della Germania del primo dopoguerra, erede della Bismarckzeit e inconsapevole prodromo del Terzo Reich hitleriano. In quest'ottica la costituzione di Weimar appare non soltanto una costituzione "postuma" - secondo la definizione di Carl Schmitt -, ma anche incompiuta e "patetica", incapace di organizzare il conflitto politico diventandone anzi preda, prigioniera, specialmente nei suoi ultimi anni, di un proceduralismo incapace di decisionalità. La ricerca costituisce, così, sia un contributo alla storia del diritto costituzionale europeo, sia una critica alle ideologie giuridiche astrattamente "progressive" e promozionali, di cui la costituzione weimariana è per molti aspetti - pur nella sua ambivalenza - un modello ancora meritevole di studio proprio perché foriera di moniti sulla pericolosità epocale dell'ideologia dei diritti e del costituzionalismo puramente normativo.