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L'opera di Alain Badiou, riconosciuta come una delle più consistenti nel panorama contemporaneo, sembra talora patire di un eccesso di compattezza. Che lo si identifichi come l'ultimo filosofo sistematico, per il suo approccio ontologico-matematico, o come l'ultimo filosofo maoista, per la sua fedeltà all'"ipotesi comunista", o, ancora, come l'ultimo filosofo platonico, per la sua strenua difesa dell'Idea, resta il fatto che Badiou seduce, intimidisce o indispone, secondo i casi, ma la sua opera sembra resistere a ogni tentativo di appropriazione trasformatrice. I dieci inviti che compongono questo volume intendono contribuire a una lettura obliqua, facendo apparire alcune zone di esitazione nella produzione speculativa del filosofo, in particolare attraverso la categoria di "anti filosofia", mutuata da Lacan, grazie alla quale trovano spazio, sotto la maschera platonica, questioni a prima vista proscritte nel suo pensiero, come quella del trauma, dell'angoscia, della pulsione di morte e dell'atto.