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"Se l'oggetto di questo studio - l'intrigo tra il proprio e l'estraneo - fosse paragonato a un'ellisse, i suoi due fuochi sarebbero costituiti dai concetti di singolarità e affezione. I diversi fenomeni approfonditi in quest'opera - come una certa forma di straniamento, l'interlocuzione originaria con l'altro e l'atto di preghiera in cui si dà del tu a Dio - ruotano intorno all'essere affetti dalla singolarità, da quanto è unico. Si è scelto di affrontare l'essere singolare da prospettive e ambiti del tutto eterogenei per rendere giustizia della sua complessità e irriducibilità. I fenomeni della depressione e della stupidità ci interessano poi in modo particolare, perché svelano ex negativo il dileguarsi della singolarità".