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La filosofia politica di Hobbes è tradizionalmente letta come una giustificazione prudenziale dell'obbligo politico: l'obbedienza a un sovrano assoluto sarebbe giustificata, dal punto di vista individuale di ciascun suddito, dal desiderio di evitare i gravi pericoli dello stato di natura anarchico. Per quanto diffusa, questa interpretazione è fondamentalmente errata, incompatibile com'è con le posizioni filosofiche effettivamente espresse dall'autore del Leviatano. Se, infatti, non v'è dubbio che il punto di arrivo sia la sovranità, la via percorsa da Hobbes non è però prudenziale, bensì sistematicamente normativa e razionalista. È proprio a partire dall'analisi del concetto di razionalità e delle sue implicazioni epistemologiche, metafisiche e politiche che si può meglio comprendere la più profonda rilevanza, anche contemporanea, della lezione hobbesiana: da considerazioni finalistiche è impossibile derivare un'obbligazione politica normativamente valida.