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"Vi è acrobatica ovunque si tratti di far apparire l'impossibile come un facile esercizio": così il filosofo tedesco Peter Sloterdijk in un libro del 2009, «Devi cambiare la tua vita». Il concetto di acrobatica e quello a esso sotteso di "antropotecnica" si adattano bene al profilo intellettuale dell'artista delle avanguardie storiche, la cui intrinseca performatività si configura in tal senso come un esercizio ascetico di "acrobatica" estetica e spirituale, di rischiosa realizzazione di un progetto complessivo di rifondazione del proprio ruolo. Tra provocatori richiami all'antico e vertiginose prospettive sul futuro, tra macchina e uomo, tra spirito e tecnica, l'uomo nuovo del primo Novecento è al centro di questo volume, che offre così una prospettiva innovativa sulle avanguardie storiche (dada, espressionismo, futurismo, surrealismo) e considera quello avanguardistico come il "gesto assoluto" di artisti che sulla scena volevano rifondare il mondo e la propria esistenza.