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Questa raccolta di saggi nasce dalla convergenza di studiosi di diverse discipline - sociologia, estetica, letterature comparate, studi sul teatro, filmologia, musicologia - attorno a un tema trasversale e nel contempo circoscritto: la mediazione tecnologica della voce. La voce non è uno strumento, qualcosa di esterno a me, un oggetto altro da me. La voce sono io, io stesso che risuono, è il soggetto in forma sonora. Se proprio si vuole intendere la voce come uno strumento, al pari di un violino o un sintetizzatore, allora la voce è lo strumento naturale per eccellenza. Tuttavia, la voce è anche lo strumento più facilmente sottoposto a ogni tipo di mediazione tecnologica e culturale. Così come un volto umano o un gesto corporeo, la voce conserva sempre un fondo irriducibile di realtà naturale, non protesica. Mentre un violino o un sintetizzatore sono oggetti parimenti artificiali, la voce tecnologica è inesauribilmente ibrida, anfibia. Il fuoco specifico della ricerca è dunque la mediazione tecnologica di un oggetto irriducibilmente non-tecnologico.