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Può il silenzio che porta in sé la tragicità di tanti "non detto" - che hanno costellato la vita di chi, dalla nascita, è stato segnato dal dolore di un verdetto di disabilità - tramutarsi in un silenzio che si manifesta in forza, leggerezza, ospitalità? A partire dal proprio cammino, limitato da una malattia che impedisce quello fisico, l'autrice indaga la duplicità del silenzio che spesso abita non solo chi di una disabilità è portatore, ma anche chi vi si trova di fronte. Se l'elemento autobiografico talora si palesa, è per ricollegarsi a voci che in lei hanno risuonato per esprimere il senso della tristezza e della gioia che nella dignità e nell'attesa fanno sentire alta la loro voce silenziosa.