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Nella storia della letteratura del '900 tre casi di scrittori mostrano la profonda interazione, vera e propria simbiosi che intercorre fra l'attività di scrittura e quella d'insegnamento. L'italiano Giuseppe Tornasi di Lampedusa tiene piccoli ma assai approfonditi corsi a qualche giovane amico di famiglia - spesso al solo Francesco Orlando, futuro grande studioso di letteratura e docente universitario. Negli Stati Uniti il profugo russo Vladimir Nabokov esercita la professione di docente per quasi vent'anni, passando da una mezza dozzina di prestigiosi atenei - Harvard, Wellsley e soprattutto Cornell. Il tedesco Thomas Mann, a dieci anni dal premio Nobel, sempre negli States è titolare di un seminario per due anni a Princeton. Cosa significa per loro insegnare? E in particolare, qual è il senso del trasmettere la propria visione della letteratura? Quali sono i contatti fra l'identità di romanziere e quella di professore?