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Il volume qui proposto, il terzo della Biblioteca di Cultura Polacca, presenta una scelta di studi di estetica di un autorevole filosofo dell'Università Jagellonica di Cracovia, Wladyslaw Strózewski (1933). La sua opera unisce felicemente elementi della tradizione tomista, del platonismo e del pensiero medievale (elaborati nella scuola filosofica di Lublino) a riflessioni vicine all'approccio analitico e alle ricerche storico-filosofiche di Wladyslaw Tatarkiewicz, alla fenomenologia della forma sviluppata da Roman Ingarden e a originali esperienze estetiche nel campo dell'arte, innanzi tutto della musica (Chopin, Lutoslawski, Górecki), della pittura e della poesia (Norwid). Questo particolare "dialogo tra filosofie", anche distanti nel tempo e di differente orientamento, attesta un costante impegno a fondare le problematizzazioni contemporanee sul patrimonio antico e classico, e feconda, inoltre, un reciproco integrarsi e sostenersi dell'indagine filosofica e dell'analisi di opere artistiche. Tale intreccio permette all'autore di esporre fruttuosamente alle sfide odierne del pensiero e della percezione estetica la sua visione profondamente radicata nella tradizione. Senza eludere i problemi dell'attualità, le sue riflessioni mettono in risalto il permanente significato del bello nei suoi nessi col bene e con la verità, e quindi con l'orizzonte dei valori e del senso.