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La saggistica dei poeti ha quasi sempre assunto un ruolo marginale rispetto alla poesia, sottraendosi a definizioni di genere e proponendosi al lettore come ancella dei versi, a essi subordinata e funzionale esclusivamente alla loro interpretazione. Questo libro si propone di riconsiderare la critica militante, gli scritti a carattere teorico, gli interventi saggistici di dieci poeti italiani del secondo Novecento (Attilio Bertolucci, Giorgio Caproni, Vittorio Sereni, Mario Luzi, Franco Fortini, Andrea Zanzotto, Pier Paolo Pasolini, Giovanni Giudici, Edoardo Sanguineti, Giovanni Raboni), per rivendicare un'autonomia riconosciuta solo a una minoranza fra loro. Intorno al grande tema dell'officina della poesia e del laboratorio poetico, i capitoli affrontano, ognuno da una prospettiva specifica, un ambito della letteratura che apre uno spazio ancora in parte inesplorato.