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"Il gesto estremo del suicida, come quello del poeta, discrimina radicalmente il mondo umano da quello animale. Ma se nel primo la vita viene incenerita dal non senso, nel secondo si prolunga lo sforzo di riportare la vita dal suo abisso di non senso all'apertura misteriosa del senso. La poesia, come spiega con intensa profondità questo libro di Vincenzo Marzulli, si avvicina all'orrore della Cosa ma non si lascia pietrificare da questo orrore. Lo trasforma in un dire che sa custodire il silenzio, senza ridursi al silenzio, che sa generare un atto senza desiderare la morte." (Massimo Recalcati)