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L'archetipo della Dea Madre primitiva non è mai scomparso, ha solo mutato forma frazionando e moltiplicando la sua carica generatrice. I dieci saggi raccolti in questo libro ne esplorano, attraverso l'arte, le diverse sembianze, ruoli e attributi; diventa signora della natura, santa, martire, strega e madre vergine. Nel Rinascimento riafferma la sua identità attraverso l'autoritratto al femminile; nel Novecento le artiste surrealiste promuovono una nuova mitologia matriarcale mentre le "immagini insepolte" delle potenti Meteres ossessionano la fantasia degli artisti visionari. Negli anni del femminismo il luogo della lotta per la parità dei diritti è il corpo e la Dea Madre riafferma la sua potenza nell'autodeterminazione delle donne. Le sembianze dell'essere donna nelle diverse metamorfosi sconfinano, testimoniando come le trasformazioni dell'antica Dea non furono una sostituzione culturale, ma un'ibridazione graduale ancora oggi viva.