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Parlare di resistenza oggi significa partire dal rapporto con il suo contrario, con il potere che la definisce. Significa operare in controluce, derivare i suoi contorni man mano che si rendono visibili quelli del suo opposto, procedere evitando la critica neutra al potere in quanto istituzione e riflettere sui suoi contenuti di opposizione. La via intrapresa in questo libro consiste nell'attribuzione di un sesso alla resistenza, in ragione della significazione anti-universalista e incarnata che la differenza femminile ha messo in campo rispetto all'universale maschile. Pratiche di resistenza diventano allora tutte quelle capaci di portare con sé un contenuto particolaristico, liminale, non neutro e non neutralizzante rispetto ai sessi, alle sessualità, alla diversità degli orientamenti. Il campo di individuazione di queste pratiche rientra nello spazio definito dalla dialettica tra due ambiti dell'esperienza sociale contemporanea: le pratiche di liberazione e la logica del dominio. In questo libro il significato di resistenza è l'opposto di quello di potere, mentre le strade per riconoscerne le tracce sono circoscritte a tre: la deduzione del loro contenuto per converso, la sessuazione del loro significato, la riduzione del conflitto allo spazio oppositivo tra libertà femminile e dominio.