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Non solo piombo, la Milano degli anni settanta. Certo una città ferita, in crisi, ma anche fervido laboratorio di esperienze amministrative; effervescente centro di iniziative artistiche e sperimentazioni teatrali; sede di memorabili esposizioni; fucina di talentuosi stilisti capaci di coniare un brand che sarà esportato in tutto il mondo; culla della rivoluzione dei linguaggi pubblicitari e degli stili comunicativi, delle nuove tecnologie e del terziario avanzato. Una città impegnata a cambiare pelle, dove convivono impegno politico e fantasia, contestazione e ricerca, politiche pubbliche e iniziativa privata. In un incandescente incrocio capace di sprigionare energie che alimenteranno, a breve e a lungo termine, una grande mutazione identitaria, verso la metropoli futura.