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La migliore testimonianza sugli anni del dada zurighese, secondo Hans Richter, rimane il Diario del fondatore di Cabaret Voltaire. Un Diario che viene pubblicato solo nel 1927, quando già da un decennio si era chiusa la partecipazione di Hugo Ball al movimento artistico più radicale delle avanguardie novecentesche. Nel medesimo anno, pochi mesi dopo, avverrà la prematura scomparsa del suo autore. Hugo Ball, come egli scrive in una lettera del novembre 1925 indirizzata a Cari Muth, fondatore e direttore della rivista di impostazione cattolica "Hochland", si era deciso a riprendere in mano i suoi appunti: "Avevo già da tempo l'intenzione di rimettere in ordine queste note, risalenti al 1913 circa, e di pubblicarle in un volume, in una linea essenziale, lasciando da parte ogni aspetto più privato e d'occasione". L'intento, dichiarato nella medesima lettera, era di poter offrire una sintesi delle questioni che animavano la produzione dei suoi testi e dei suoi libri, almeno fino al 1921. Dunque l'arco temporale di "Fuga dal tempo" copre gli anni dal 1913 al 1921, e riguarda i più diversi interessi dell'autore: "teatro, politica, filosofia, questioni artistiche, letteratura, religione". Le quattro sezioni che compongono le due distinte parti dell'opera forse, come egli afferma nelle sue note, altro non sono state che lo sforzo e la ricerca di "un ponte".