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Lo sviluppo dell'Unione europea viene spesso raccontato come una storia di decadenza. Un progetto visionario divenuto un mostro tecnocratico. Di fronte alla crisi dell'Euro sembra essere arrivata l'ora del bonapartismo collettivo che avvolge il continente in un regime di austerità. Hauke Brunkhorst presenta una lettura diversa: come Dr. Jekyll e Mr. Hyde, visione politica e tecnocrazia formano un nesso inscindibile. Nonostante l'attuale gestione disastrosa della crisi, lo slancio utopico degli inizi è ancora conservato nei Trattati, e la Corte di giustizia europea continua a rafforzare i diritti dei cittadini dell'Unione. Il progetto europeo rimane un processo aperto che può essere guidato nuovamente in una direzione emancipativa, ad esempio attraverso una mobilitazione dei giovani altamente qualificati, ma occupati in modo precario in Spagna, in Grecia e negli altri Stati dell'UE.