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Il gappismo, fenomeno che fino a pochi anni fa ha rivestito un ruolo secondario nella storiografia resistenziale, ebbe declinazioni molto diverse a seconda delle città e dei territori in cui si sviluppò. A Modena, così come in altre province emiliano-romagnole, assunse i caratteri di una lotta autoctona, largamente partecipata dalla popolazione contadina, costituendo un modello del tutto inedito a livello nazionale. Oltre agli attentati contro esponenti del nazifascismo e sabotaggi, i GAP modenesi si fecero carico della difesa dei diritti della popolazione locale, tanto che si creò con questa uno stretto rapporto di sostegno e reciproca collaborazione. Dall'estate 1944, la vasta mobilitazione sociale, la fitta articolazione sul territorio e la capacità di sfruttare al meglio i paesaggi agricoli resero, in modo del tutto straordinario, il gappismo modenese un movimento di massa.