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La prospettiva con cui finora abbiamo osservato e interpretato la dimensione di ciò che chiamiamo arte induce a un ripensamento della sua stessa parola, dei suoi termini, del suo rapporto con la storia. L'autore attraverso un confronto con la filosofia, l'antropologia e le teorie dell'immagine affronta alcune questioni problematiche dell'arte contemporanea soprattutto per quanto attiene l'avvento dell'era cibernetica e dell'intelligenza artificiale. La pretesa del contemporaneo è costruire mondi senza necessariamente ricorrere allo status dell'opera. In questo senso il mondo dell'arte finisce per creare diarchie impensabili prima; un sistema gerarchico fatto di chiusure e generalizzazioni anziché favorire un'intesa con il pubblico. In questo senso l'autore ci invita a ripensare il concetto di opera non solo in quanto fare, rappresentazione o presentazione del mondo, ma anche come virtù, universo simbolico, relazione con l'altro, responsabilità dell'artista. Oltre a presentarsi come una riflessione teorica sulle problematiche attuali dell'arte il libro offre una panoramica sui movimenti più importanti dell'arte moderna e contemporanea. È da un universo dominato dalle immagini e da una sfida radicale al concetto di rappresentazione che il volume, a partire dal Novecento, propone una rilettura inedita della pittura in un colloquio ininterrotto con la sua storia, illustrandone limiti e punti di forza.