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Tra ansie e momenti di tranquillità, tra aperture agli altri e bisogno di solitudine, cercando nel proprio io "un giusto equilibrio" e "una durevole stabilità", Rousseau tenterà di tracciare la "route du vrai bonheur". Anche la vera felicità (che, per Rousseau, coincide con quello stato in cui l'anima, raccogliendosi in sé, può abbandonarsi al semplice 'sentimento di esistere') gli apparirà tuttavia come un qualsiasi piacere. Cioè, soggetta al divenire del tempo, che tutto consuma e cancella, anche l'illusione dell'eterno che l'io sembra sfiorare durante inattese rêveries o estatiche visioni.