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Pietro Giannone è uno spirito libero nell'Italia culturalmente tenuta sotto scacco dal "regno papale", dominato da intrighi e avidità di potere. Il più celebre illuminista italiano, già raccontato da Voltaire e Manzoni, è costretto a fuggire da Napoli perché il Clero gli ha aizzato contro la plebe superstiziosa: Roma non tollera il suo modo di raccontare la "Istoria civile del regno di Napoli". Si rifugia dapprima a Vienna, alla corte dell'Imperatore Carlo VI, dove è tenuto in alta considerazione ma, venuta meno per motivi dinastici l'imperiale protezione, egli cercherà invano una terra che lo accolga e lo apprezzi. Spostatosi a Venezia, dove è osannato e riverito, per gli intrighi del Nunzio pontificio viene sfrattato anche da quell'ultimo Stato italiano che avrebbe potuto proteggerlo. Tra espedienti di spy story e riflessioni sul senso della grande Storia, si snoda così la difficile storia dei Lumi italiani.