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Cosa sta cambiando nei rapporti tra l'uomo, le sue facoltà ed il mondo? È, forse, intervenuta o sta intervenendo una mutazione antropologica? Per rispondere adeguatamente a tale quesito occorre ripensare in maniera anche severa, seppure attenta, i maestri della psicoanalisi, a partire da Freud e da Lacan. In particolare, va ridiscusso il ruolo da loro assegnato all'inconscio e al desiderio. Questa riflessione e questa riconsiderazione possono essere condotte attraverso la ricostruzione dei processi della presa di coscienza, affacciandosi ad un osservatorio privilegiato: quello dell'infanzia. Seguendo il percorso che porta all'identificazione personale, si può individuare, al posto dell'inconscio, una diversa facoltà fondamentale: l'impulsività, la quale, per il suo carattere non conflittuale con la coscienza, permette, più coerentemente, di tentare un raccordo complesso tra le diverse disposizioni dell'uomo e, quindi, tra i suoi differenti livelli esistenziali.