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Il volume ripubblica il resoconto del processo inquisitoriale al Conte di Cagliostro, dovuto alla penna di Monsignor Giovanni Barberi, fiscale Generale del Santo Uffizio, che nel processo ebbe il compito di fungere, da Segretario della Congregazione giudicante. Questo resoconto, che purtroppo è tuttora l'unico documento disponibile per valutare gli avvenimenti giudiziari romani dell'epoca, si sofferma ampiamente più sulla vita e le gesta dell'imputato, nonché sui caratteri salienti propri della Libera Muratoria e dell'operatività delle sue Logge, che sulle risultanze ed i riscontri processuali: forse ve ne erano pochi o non si volevano fare emergere. Il testo, preceduto da un ampio commento di Morris L. Ghezzi, si presenta particolarmente significativo come esempio di processo condotto direttamente dall'Inquisizione pontificia, ma anche, ed ancor di più, come espressione della natura puramente politica dell'attività giudiziaria rivolta contro soggetti imputati per reati d'associazione e di idee.