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Che cosa vogliamo dire quando diciamo che qualcosa "è vero"? Un approccio ermeneutico al problema della verità non può che partire da questa domanda: che non è la domanda su "che cos'è" la verità, ma sul suo significato nella nostra esperienza. La tesi generale dell'ermeneutica filosofica sul problema della verità può essere infatti riassunta, secondo l'autore, nella difesa del suo pieno contenuto semantico, contro ogni tesi ridondandista: tramite la parola "vero" noi significhiamo non già una condizione del reale "in sé", ma una condizione della nostra esperienza del reale. Essa perciò non è il segno di una realtà atemporale, il marchio dell'abisso tra una realtà eterna e la nostra esperienza, ma è al contrario esattamente ciò che fa della realtà "in sé" una realtà "per noi": quel che ci collega alla realtà, facendone non un altro mondo, ma precisamente il nostro mondo.