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Questo pamphlet ereticale (ateologico, agnostico, libertario) è scritto secondo i dettati (orali) della lingua argot di Frangois Rabelais, Frangois Villon, Louis-Ferdinad Celine... di Lazarillo de Tormes, Jules Bonnot, il boia di Londra... di Capo Giuseppe (della tribù dei Nasi Forati), del dinamitardo di tutte le morali (Friedrich W. Nietzsche) e delle pétroleuses della Comune... di sconosciuti cavalieri erranti dell'Utopia che fecero l'impresa, di folli bruciati dall'amour fou, di coraggiosi poeti di strada che hanno sparato prima di strisciare... e, più ancora, si richiama alla gioia dei bambini con i piedi scalzi nel sole e la pioggia sulla faccia che hanno continuato a tirare i sassi alle stelle... è un pastiche irriverente che intreccia motti di spirito, paradossi, bestemmie propri al calembour, al witz ebraico, alla lingua non scritta dei gitani... che come gli indiani d'America consideravano a ragione che la verità non va mai detta che nella propria lingua, poiché in quella del nemico regna la menzogna. Prefazione di don Andrea Gallo e Ando Gilardi.