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Lo scopo principale di questo volume è quello di mostrare in che senso l'esperienza cinematografica possa essere considerata eccezionalmente rilevante anche solo da un punto di vista specificamente filosofico. Ecco perché il lettore dovrebbe trovarvi più di qualche suggestiva ragione per cominciare a sospettare che la particolarità - o meglio, l'unicità dell'esperienza cinematografica abbia davvero a che fare con quella che i filosofi hanno sempre definito esperienza di 'verità'. Anche perché solo il cinema sembra in grado di offrirci la possibilità di "vivere" con tanta intensità situazioni ed emozioni che, pur appartenendo a una dimensione che non ha nulla a che vedere con quella che potremmo chiamare "della quotidianità", sono le medesime che la vita continua a proporci giorno dopo giorno. Solo al cinema, infatti, può capitarci di essere 'uno, nessuno e centomila', senza mai ritrovarsi fagocitati dall'infinita moltiplicazione dei "possibili" che da ogni film finisce per essere comunque evocata e istituita. Da cui un'occasione di vera e propria trasfigurazione esperienziale... Certo, qualche film viene pur analizzato all'interno di questo volume; ma solo nella misura in cui l'argomento da esso messo a tema contribuisca alla definizione sempre più precisa della questione di fondo intorno a cui ruotano, senza inutili distrazioni, le presenti riflessioni.