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C'era una volta, tanto tempo fa, un'Italia libera da censure e bigottismi: il corpo femminile era parte integrante dell'immaginario di chi faceva musica, che si trattasse dei testi delle canzoni o dell'estetica di chi le cantava. C'erano le Loredana Berte, le Anna Oxa, le Patty Pravo, sostituite oggi da una pletora di interpreti e autrici "senza sesso", dedite a cantare sentimenti e presentarsi sul palco come fossero al bar con le amiche. In questo pamphlet il critico musicale "più cattivo" d'Italia prova a raccontarci come il sesso sia sparito dal pop femminile nostrano proprio nel momento in cui, nel resto del mondo, è il pop a farsene carico, con figure come Lady Gaga, Miley Cyrus, Tove Lo e Amanda Palmer capaci di usare il corpo come base del proprio immaginario e della propria poetica.