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"Tornare a riflettere sull'opera di Louise Nevelson significa impegnare il pensiero su diversi fronti; l'artista infatti è di quelle che consentono di prendere lentamente coscienza di aspetti relativi al destino individuale, al caso, alla tenacia delle ambizioni, all'imprevedibile fluire degli eventi, alle scelte difficili, all'amore per un'idea non separabile dall'amore per sé, alla condizione femminile di oggi e di ieri, alla salute fisica, e psichica, agli affetti personali, agli incontri determinanti per quanto imprevisti, alle tradizioni proprie e altrui, all'arte di saper governare tutto ciò e ancora più tra molte avversità e ancor prima della superficie di una tela, del volume di pochi oggetti recuperati dall'abbandono o dell'impiego di un colore. Non si esaurisce infatti, anzi cresce con la frequentazione delle sue opere, l'interesse per questa artista che mentre non si fa scrupolo di dichiarare la sua condizione di donna, sottoposta a tutte le difficoltà e i disagi attraversati e prevedibili, ne rivendica lo stato di sensibilità e di diversità in senso identitario e di potenzialità artistica. Un'osservazione dell'attività della Nevelson, dedicata in particolare alla tecnica del collage, rivela e sottolinea i principi seguiti nel regolare l'impaginazione degli elementi depositati sui supporti e l'attitudine congeniale ma anche fortemente esercitata dell'"aver cura" dei rapporti morfologici, cromatici e poetici, già conquistati nel lungo tirocinio con la scultura e ora portati al grado della felicità spontanea del gesto compositivo nel collage." (Bruno Corà)